La costante e crescente diffusione dei veicoli elettrici, già in atto e attesa ulteriormente in aumento nei prossimi anni, apre una serie di riflessioni e interrogativi rispetto alle modalità con cui questo parco veicoli possa integrarsi nel sistema energetico italiano. Con una previsione, secondo la nuova Strategia Energetica Nazionale, di 5 milioni di veicoli elettrici plug-in circolanti nel 2030, la potenza dalle batterie di questi veicoli sarebbe di circa 200 GW, quindi 3 volte l’attuale potenza massima complessiva assorbita dagli utenti italiani. Nei lunghi momenti di non utilizzo e di fermo dei mezzi, questa potenza potrebbe e dovrebbe essere utilizzata come patrimonio del sistema elettrico, vista la necessità di bilanciamento del fabbisogno di energia necessario con la diffusione della produzione da fonti rinnovabili non programmabili. Per questo è particolarmente interessante considerare come debbano essere gestite le batterie del veicolo quando si trovino connesse alla Rete per fornire energia verso la stessa o prelevarla, a seconda della necessità istantanea di potenza assorbita. Questo sistema denominato “Vehicle to Grid” (V2G) va di pari passo al “Vehicle to Home” (V2H) nel quale lo stesso concetto si applica su scala domestica per facilitare il risparmio dell’utente finale.

A sovraintendere a questo tipo di relazione fra i veicoli ed elementi terzi (Rete, Casa o Generico indicato con V2X) vi è una tecnologia intelligente che consente di prelevare o restituire energia al sistema di accumulo del veicolo. Questa funzionalità, basata sull’utilizzo di un inverter di potenza bidirezionale che si accoppia lato auto direttamente ai poli positivo e negativo della batteria ad elevata tensione (300-500 Volt) e lato rete in bassa tensione, è stata sperimentata per la prima volta su veicoli Nissan ed è nativa sulle vetture con ricarica in corrente continua Chademo (auto a batteria e PHEV di Nissan, Mitsubishi, Peugeot e Citroen). Il V2G sarà probabilmente esteso anche allo standard di ricarica in corrente continua CCS1 COMBO, che ha recentemente portato la potenza di ricarica fino 350 kW.

Sostanzialmente l’auto elettrica è vista dal sistema come una grande batteria mobile in grado, nei momenti di fermo, di interagire con la rete per stabilizzarla. Come un normale sistema di accumulo questo stocca energia negli orari di minor picco e la restituisce secondo necessità fornendo servizi ancillari di regolazione di frequenza (primaria, secondaria, terziaria) e di bilanciamento in tempo reale.

La novità rappresentata dalla proliferazione di questi sistemi legati al comparto delle mobilità consente di offrire nuovi servizi intervenendo sul sistema domanda/offerta con evidenti vantaggi e risparmi che possono abbassare i costi dell’energia elettrica e contribuire alla limitazione dell’utilizzo di combustibili fossili per l’alimentazione di impianti tradizionali chiamati a fornire, in modo diverso, lo stesso servizio alla rete. Ovviamente, per poter essere efficace il sistema V2G deve prevedere la presenza di un elevato numero di veicoli che in maniera coordinata possano intervenire, quando necessario, sul sistema. Risulta altrettanto essenziale la presenza di un aggregatore per gestire i cicli di carica/scarica e vendere servizi sul mercato dell’energia. In Danimarca, grazie a una regolamentazione che prevede basse limitazioni per l’accesso a questo servizio, un aggregatore che gestisca 30 auto che si impegnino a tenere in carica i veicoli dalle 18 alle 8 del giorno seguente può fornire  servizi di regolazione di frequenza, assicurando al proprietario di ciascun veicolo un introito di circa 1500 euro all’anno.

ENEL dall’ottobre dello scorso anno ha in dotazione la piattaforma di aggregazione JuiceNet che opera su sistemi di ricarica e sistemi di accumulo distribuiti. Grazie a questa applicazione è possibile controllare da remoto i flussi di elettricità unidirezionali e bidirezionali (V2G) per il bilanciamento della rete e permettere agli utenti di programmare e controllare, da remoto, i tempi più idonei ed efficienti per ricaricare i propri veicoli elettrici.

Nel caso del V2H gli utenti finali sono interessati a usare il più possibile l’energia autoprodotta e grazie a un sistema di accumulo possono capitalizzare l’eccesso di produzione grazie alle batterie presenti nel proprio veicolo elettrico, con evidenti benefici. Inoltre nel caso l’utente non disponga di un impianto di produzione fotovoltaico è comunque possibile ricaricare la batteria del veicolo di notte con costi inferiori e utilizzare parte di questa energia per gli usi domestici durante la giornata quando il veicolo non viene utilizzato.

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